Il Negrito della Bolivia (Carduelis atrata) di Massimiliano Espodto


DESCRIZIONE

 

Questo magnifico spinus, che in natura abita gli altipiani sudamericani di Cile, Perù, Bolivia ed Argentina, vive dai 2000 ai 4800 metri di quota in ambienti molto ventosi e quindi asciutti, con temperature che oscillano tra  - 20°C e +22°C.

E’ un uccello magnifico, che ti seduce con quel nero corvino spezzato dal giallo delle barrature alari tipiche del nostro cardellino.

Il maschio si presenta di un bel nero lucido con le barrature alari di colore giallo intenso, ampie ed estese, mentre la femmina e’ di colore nero opaco con barrature meno estese e di un giallo più tenue.

Spesso le femmine presentano delle infiltrazioni giallastre che dal basso ventre tendono a salire verso il petto formando una V rovesciata molto sottile ed allungata, mentre nei maschi sono limitate al basso ventre.

 

ALIMENTAZIONE

 

Alimento i miei negriti con una miscela per spinus che allungo con tre parti di miscela per canarini e l’aggiunta di erba mazzolina, lattuga bianca, perilla e girasole nero micro.

La cosa più importante per la salute dei nostri uccelli è prestare particolare attenzione alla freschezza dei semi poiché spesso alcune malattie che li colpiscono derivano non solo da una errata alimentazione, ma da sementi vecchie o mal conservate.

In una vaschetta a parte lascio sempre a disposizione della lattuga bianca che mangiano con estrema avidità e fornisco durante tutto l’anno dei sali minerali.

Gradiscono le foglie di tarassaco (dente di leone) e ancor di più la cicoria, anche se non garantisce lo stesso apporto di sostanze nutritive delle prime.

Molto gradita risulta essere la rapunzia (bella di notte) e quando riesco a reperirli ne somministro i preziosi rametti, di cui sono particolarmente ghiotti, che oltre a tenerli impegnati per estrarre i piccoli semini dalle infiorescenze essiccate, contribuiscono a mantenerli in ottima condizione.

Con l’avvicinarsi della primavera con molta parsimonia, ma regolarmente, possono essere forniti capolini di tarassaco, centocchio, crispigno e senecio (sconsiglio la somministrazione di erbe prative se poi durante la riproduzione non si ha tempo di reperirle e fornirle) e si arricchisce la loro alimentazione con semi germinati, frittatina (che non amano molto), piselli, mais e qualche foglia d’ortica sbollentata e tritata finemente, asciugando questo mix in parte con del pastone arricchito di proteine animali e omega 3 ed in parte con altro pastone composto da alimenti per uso umano di eccellente qualità.

 

RIPRODUZIONE

 

Per chi, come me, alleva i negriti all’esterno, la riproduzione avviene da aprile in poi.

Curioso l’atteggiamento del maschio che durante il corteggiamento tiene le ali abbassate sino a toccare il posatoio mentre canta.

Le negrite amano costruire il nido con materiale chiaro tipo juta, sisal, ma soprattutto cotone o pelo animale.

Effettuano 2 o 3 covate per stagione. Le uova deposte per covata sono 4-5 di colore bianco leggermente tendente al rosato che col passare dei giorni, se feconde, diventano di un bel colore bianco.

L’incubazione delle uova e’ di 13 giorni. Appena nati i pulli hanno la pelle rosa ed il piumino grigio-nerastro. Dopo 3 settimane i giovani negriti lasciano il nido ed occorrono altre 2 settimane perché diventino indipendenti.

 

CONSIDERAZIONI PERSONALI

 

Finalmente dopo alcuni anni siamo riusciti ad ottenere ceppi di negriti domestici e molto resistenti a quelle malattie che in passato affliggevano i soggetti d’importazione e spesso anche quelli nati in gabbia. Sono attualmente alla quarta stagione di allevamento di questo meraviglioso cardellino nero che anno dopo anno mi regala sempre nuove emozioni dimostrando, tra l’altro, una notevole adattabilità a condizioni impensabili.

Lo scorso autunno ho deciso di far svernare le mie 5 coppie all’esterno per testare la resistenza del ceppo, che allevo senza mai aver usato anticcoccidici o coccidiostatici ad uso preventivo, durante i mesi invernali o le giornate più umide. Ho quindi alloggiato 3 coppie nella casetta esterna dove riproduco gli spinus sudamericani in gabbie da 120 ed altre 2 coppie in voliere esterne di 80x200x200. Orbene, non hanno mostrato il minimo problema ad affrontare l’inverno, tra l’altro molto rigido considerando l’eccezionale nevicata di metà febbraio che per 15 giorni ha attanagliato con quasi 2 metri di neve e temperature polari la mia zona. Durante tale periodo ho alimentato i miei uccelli solo con girasole e mela.

Le uniche difficoltà che si possono riscontrare nell’allevamento del negrito sono l’irruenza dei maschi, che a volte sia in gabbia che in voliera rompono le uova, e la deposizione di uova chiare (non feconde) in alcuni anni o parti della stagione riproduttiva, e questo nonostante i maschi siano in perfetta forma amorosa. Ho notato che ciò accade prevalentemente con i maschi giovani.

Durante questa stagione vorrei sfatare la convinzione, diffusa tra gli allevatori di questo splendido uccello, di  non poter vedere i genitori allevare e svezzare i propri pulli.

Già lo scorso anno ho fatto una piccola prova con una coppia molto affiatata: il maschio durante la cova ed i primi giorni dopo la schiusa imbeccava la femmina, ed ho quindi lasciato allevare la coppia per 5 giorni fino all’età dell’inanellamento dei pulli, che ho quindi spostato sotto le mie balie, delle abili lucherine. Sia i genitori naturali che quelli adottivi hanno fatto egregiamente il loro lavoro.

Purtroppo i continui sbalzi climatici di questo pazzo aprile ed inizio maggio mi hanno regalato tante uova chiare e solo due negriti svezzati, ma sicuramente nel prosieguo della stagione riuscirò a vedere all’opera alcune delle mie coppie nell’allevamento in purezza, dato che penso, e ne sono convinto, che sia una cosa ben fattibile.

Se si osserva bene il negrito si capisce che è un uccello abituato a volare molto: si comprende dalla dimensione delle sue ali. Per mantenerlo in buona salute è quindi necessario adoperarsi affinché possa volare sia in gabbia che in voliera.

Non faccio uso di griglie e non dedico eccessive cure alla pulizia. Tengo i miei negriti in maniera spartana, ma cerco di curare la qualità dei semi e rinnovo tutti i giorni l’acqua da bere. Fornisco verdure una volta a settimana ed un paio di volte una fettina di mela gialla ben matura. Un giorno alla settimana tengo gli uccelli “affamati” in modo che eventualmente (se non hanno la mangiatoia vuota) si cibino anche dei semi meno graditi, ossia quelli di scagliola.

Preciso che non invito nessuno, ed in particolare i neofiti che si apprestano ad intraprendere l’allevamento di questo principe degli spinus, ad emularmi in tutto e per tutto, poiché gli uccelli vanno adattati gradatamente alle condizioni del proprio allevamento, specie se non se ne conosce la provenienza.

Per il piacere di condividere e confrontarmi con altri, mi sono sentito di riportare la mia esperienza concreta con questa specie che penso nei prossimi anni diverrà molto popolare negli allevamenti.

 

 

Massimiliano Esposto

massyesposto@yahoo.it

0039339.4561380

Specie Allevate

Lucherini Europei: Ancestrale, Bruno, Diluito e doppio diluito, Pastello (ex Agata), Pastello Bruno (ex Isabella), Pezzato, Giallo Dominante, Topazio, Topazio Bruno Diluito e doppio diluito, Pheo e Rubino (Pheo+Bruno)

Lucherino Petto Nero: Ancestrale, Bruno, Diluito

Ciuffolotto Appenninico e Ciuffolotto delle Ardenne: Ancestrale e Pastello Bruno

Lucherino D' America (Tristis)
Negrito della Bolivia
Lucherino Dorso Nero (Psaltria psaltria e sottospecie Jouyi)
Lucherino di Yarrell
Lucherino dei Pini
Xanthogaster
Organetto Artico minore (Carduelis Hornemanni Exilipes)
Verzellino Fronte Rossa (Serinus pusillus)
Papa della Louisiana (Passerina Ciris)

 


Torna alla pagina Articoli